Siamo a Vittoria, in provincia di Ragusa, zona in cui si trova uno dei distretti ortofrutticoli più importanti d’Italia, centro nevralgico dell’intero sistema produttivo di settore. Le attività nelle serre che disseminano la zona richiedono una forza lavoro notevole: si tratta principalmente di migranti con una forte presenza di donne rumene, circa cinquemila, spesso con figli al seguito. A vicende di terribile sfruttamento di lavoro nel settore agricolo si sommano agghiaccianti storie di violenza e sfruttamento sessuale ai danni di queste donne. Come se non bastassero questi orrori molte di queste donne sono costrette ad abortire, spesso clandestinamente (complice l’elevato numero di medici obiettori nel distretto sanitario locale) con gravi rischi per la salute. Le testimonianze a tal proposito evidenziano come tali brutalità hanno assunto proporzioni e dimensioni inimmaginabili. Il tutto si innesta in una fitta trama di omertà e in un contesto territoriale, che protegge veri e propri padroni, rotta solo dalla denuncia di operatori del settore socio-sanitario. Un’inchiesta portata alla luce sulle pagine de L’Espresso.
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